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Attendibilità / Verità
La teoria di Newton contraddice sia la teoria di Keplero,
sia quello di Galileo, e tuttavia le spiega e le contiene come approssimazioni.
La teoria di Einstein contraddice la teoria di Newton,
sebbene la spieghi e la comprenda come approssimazione.
Da Galileo, a Keplero, a Newton, ad Einstein emerge come le
teorie con un'effettiva rilevanza non siano verità assolute, ma approssimazioni
incredibilmente buone, congetture straordinariamente esplicative, eccezionali,
uniche. Esse, sulla base di nuovi dati, di nuove sperimentazioni e osservazioni
vengono superate.
Tutte le teorie con un'effettiva rilevanza sono ipotesi,
congetture davanti alle quali ci si ferma ammirati. E tuttavia, nessuna teoria
con un'effettiva rilevanza pone se stessa come verità indubitabile.
Le teorie rilevanti nell’ambito conoscitivo risultano
congetture, ipotesi, destinate a essere superate, non sono affermazioni
formulate come verità indubitabili ma come congetture, non sono dogmi ma
ipotesi elaborate con un atteggiamento teso a individuare gli errori,
inevitabilmente presenti, al fine di cambiarle e di migliorarle.
Nel dogmatismo, negli approcci animistici, superstiziosi,
dogmatici, nell'astrologia, le affermazioni vengono presentate come verità
indubitabili, assolute, le esperienze ad esse collegate sono utilizzate per
confermare le asserzioni, per rafforzare le credenze. Molte superstizioni hanno
spesso una base effettiva di riferimento su osservazioni empiriche; gli
astrologi hanno fondato per secoli e fondano ancora oggi le loro elucubrazioni
su un ampio materiale empirico e su esperienze concrete.
Non è difficile trovare conferme, verifiche, prove per ogni
teoria, per ogni affermazione, se quel che si cerca sono appunto conferme,
prove di quel che si dice.
La grandezza che rende stupefatti è quello di chi propone
teorie complesse per la spiegazione del reale ma presentandole in maniera tale
che esse in linea di principio potrebbero essere confutate. Le teorizzazione
che possono essere negate e tuttavia resistono ai tentativi di falsificazione
sono le affermazioni di cui fidarsi, quelle che pongono gli altri nelle
condizioni di individuare errori, così da passare al setaccio quanto si afferma
per arrivare a una formulazione più resistente, più precisa, più esauriente.
In questa prospettiva la grandezza di una teoria non sta
nella sua completa indubitabilità, ma al contrario nella sua possibile e
verificabile fallibilità, non sta nella sua certezza ma nel suo disporsi a
venire criticata.
Questo atteggiamento configura i cardini culturali di un
pensiero critico, di un’ecologia sociale contraria al dogmatismo.
L'atteggiamento dogmatico raggiunge il suo apice quando
afferma che la fonte di legittimazione e di conoscenza delle proprie
affermazioni è una fonte divina, per cui a priori non ci può essere critica o
discussione o valutazione di ipotesi diverse: la verità è una e indubitabile,
perennemente data e una volta per tutte affermata, la verità è fissata per
sempre.
Una teoria è affidabile, attendibile, degna di fiducia,
quando si presenta come confutabile, quando mentre afferma qualcosa si pone
anche nelle condizioni di essere contraddetta dalle osservazioni empiriche,
quando si apre a una verifica attraverso esperienze realizzabili.
La teoria matematica di Newton previde deviazioni dalle
leggi di Keplero, dovute alle interazioni tra i pianeti. Nella sua esposizione
matematica affermò qualcosa che prima o poi avrebbe potuto essere confutato: se
tali deviazioni non fossero state verificate la teoria di Newton si sarebbe
dimostrata errata. Ma le osservazioni empiriche effettuate successivamente
dimostrarono che quelle deviazioni dei pianeti esistevano davvero. La teoria di
Newton superava, correggeva, portava a un livello più elevato la grande teoria
di Keplero, senza tuttavia inficiarne di un centimetro la grandezza.
La teoria di Einstein previde che i raggi di luce dovessero
essere deviati dal campo gravitazionale dei corpi celesti. Essa, facendo tali
affermazioni che nel momento in cui venivano proposte non potevano essere
verificate, si pose nelle condizioni di venire in futuro confutata quando
sarebbe stato possibile effettuare tali osservazioni.
Quando venne quel momento, emerse che la luce era
effettivamente deviata dal campo gravitazionale del sole come previsto da
Einstein.
Tutte le teorie attendibili e affidabili sono teorie che si
prestano alla loro eventuale confutazione e che possono essere in linea di
principio eventualmente contraddette.
Inconfutabile è sinonimo di compatibile con qualsiasi
risultato empirico, con qualsiasi risultato delle osservazioni, con qualsiasi
realtà.
Le asserzioni affidabili sono quelle che delineano e
disegnano sia un’interpretazione del reale sia la propria limitatezza, queste
affermazioni pongono in evidenza sia un quadro di decifrazione della realtà sia
le condizioni per venire in linea di principio dimostrate erronee.
Le dottrine metafisiche, dogmatiche, animistiche,
miracolistiche, astrologiche si sottraggono a ogni possibile confutazione.
L'astrologia da che mondo e mondo rende le sue
interpretazioni talmente incerte, vaghe, nebulose, da essere compatibili con
qualsiasi evento successivo.
Non tutte le asserzioni degne di essere prese in
considerazione possono venire sempre sottoposte a un processo di confutazione.
Esistono teorie, asserzioni importanti, degne di essere prese in seria
considerazione, che al momento in cui vengono formulate risultano difficilmente
verificabili non esistendo al momento un processo di possibile confutazione.
Il progresso della scienza non è lineare, continuo, i
progressi di chiarimento delle osservazioni, delle teorie, delle asserzioni non
sono lineari e progressivi.
Tale consapevolezza induce a delineare un quadro di
attendibilità.
Le asserzioni più attendibili sono ovviamente quelle che
rispondono al criterio della confutazione: ogni affermazione che in linea di
principio può venire rovesciata dall'esperienza e tuttavia resiste agli sforzi
tesi alla sua confutazione, è degna di essere creduta come affidabile.
A un gradino inferiore di attendibilità si collocano le
osservazioni empiriche, i protocolli di esprimenti, le raccolte di dati, i
resoconti su fenomeni, prospetti che si caratterizzano per la molteplicità
delle fonti e per la rigorosità delle relazioni.
A un livello inferiore di attendibilità sono le leggi
generali formulate per induzione da una base ampia di osservazioni empiriche,
ma che al momento non sono controllabili, e che in un qualche futuro potranno
essere sottoposte a un processo di possibile confutazione.
Al di sotto di questo livello vi sono asserzioni a volte
importanti, a volte interessanti, discorsi, ideologie che formano costruzioni
teoriche anche essenziali su valori condivisi in una popolazione, valori che in
un certo periodo storico predominano e cristallizzano a livello morale,
religioso, politico, valori essenziali per la stabilità sociale e per le forme
di convivenza sociale e di relazione all’interno di una società e tra il
sistema e il suo ambiente.
Man mano che si passa a livelli sempre minori di
attendibilità, l'ideostruttura della società gioca un ruolo fondamentale nel
determinare ciò che è ritenuto vero o falso, ciò che è valutato morale o
immorale, ciò che è considerato normale o anormale.
Ideostruttura sociale è ad esempio già la distribuzione
dello spazio, la forma delle costruzioni presenti in una popolazione e in
generale tutto ciò che è stabile in quella società, tutto ciò che in quella
società è stato oggettivato in costruzioni, in oggetti, in manufatti.
Lo psicologo Adam Alter ha studiato gli effetti
dell’illusione ottica di Müller-Lyer su varie popolazioni. Nell’illusione
ottica di Müller-Lyer vi sono due linee orizzontali, una sotto l’altra, ma nel
primo caso con agli estremi due frecce convergenti verso l’interno della linea,
nel secondo caso con due frecce divergenti verso l’esterno rispetto alla linea.
Malgrado le due linee siano di uguale lunghezza, per gli occidentali la prima
linea sembra sempre più corta dell’altra; in stragrande maggioranza persone che
abitano nel mondo occidentale affermano che la linea inferiore, con agli
estremi le frecce divergenti verso l’esterno, è più lunga rispetto alla linea
sovrastante con le frecce convergenti agli estremi. Gli europei, gli americani
vengono ingannati dall’illusione ottica. Al contrario gli abitanti di tribù
africane rispondono che le due linee sono uguali, come effettivamente è. Perché
questa differenza di visione? La differenza dipende dal cervello, dal retaggio
culturale, dall’ideostruttura della società che incide sul pensiero e sulla
visione, sull’ottica. In occidente si tende a cercare angoli e visioni
prospettiche anche in figure bidimensionali, essendo gli occidentali abituati a
vivere in un ambiente dove le costruzioni, le case, i palazzi, i tavoli, le
sedie, i quaderni, ecc ecc…, impongono continuamente visioni di prospettive ed
elaborazioni mentali a partire da quei processi di interpretazione di distanze
e di posizioni degli oggetti, presentano angoli squadrati e prefigurano le
diverse dimensioni secondo uno studio inconscio, automatico della prospettiva.
Le tribù africane sono immuni a questo problema dato che gran parte delle loro
costruzioni, capanne, accampamenti, sono di forma circolare e la natura non
presenta forme così definite in termini di prospettive geometriche squadrate.
Si tratta quindi di abitudine alle geometrie, è queste abitudine a portare
all’inganno percettivo, a vedere dimensioni diverse sulla base di un
aggiustamento automatico della prospettiva.
La prospettiva che Giotto ha introdotto per primo in
maniera mirabile nella pittura del mondo occidentale costituisce una parte
essenziale della “mente occidentale”.
Quindi l'ideostruttura della società, la distribuzione
dello spazio, la forma delle costruzioni e dei manufatti presenti in un
ambiente vitale condiziona in maniera decisiva già il secondo livello di
attendibilità, la semplice raccolta di osservazioni su fenomeni osservabili. La
forma delle costruzioni, la presenza di specifiche forme geometriche degli
edifici, delle costruzioni, dei manufatti condiziona e modifica la visione
geometrica, porta gruppi di persone che vivono in ambienti diversi a giudicare
in modo del tutto diverso semplici osservazioni geometriche, semplici forme di
figure.
Nel pensiero critico il metodo sperimentale ha un ruolo
essenziale, esso stabilizza un meccanismo selettivo tra le varie asserzioni,
tra le diverse teorie, indica il passaggio da ragionamenti basati su metafore,
su analogie, su premesse maggiori e minori, su discorsi sui massimi sistemi e
sui testi del passato, a ragionamenti più limitati, inerenti osservazioni
circoscritte, esperimenti realizzabili, su ipotesi in linea di principio
confutabili .
Nel XIII secolo gli scolastici dell'università di Parigi
dovevano decidere se l'olio esposto al freddo di una notte d'inverno
congelasse, per farlo presero a compulsare e approfondire le opere di
Aristotele. Questo modo di procedere è spesso ripetuto anche nel mondo
contemporaneo.
Galileo più modestamente qualche secolo dopo si
accontentava di contare i secondi che occorrevano a un sasso per cadere fino a
terra e a formulare ipotesi a partire da tale semplice evento, ipotesto che
erano contemporaneamente semplici e complesse, modeste e grandiose,
costituivano le coordinate di una nuova epistemologia, quella del pensiero
scientifico moderno.
«Il numero di differenze potenziali contenute in questo
gessetto - scrive Gregory Bateson - è infinito, ma pochissime diventano differenze
efficaci (cioè informazioni) nel processo mentale di una qualche entità più
ampia. L'informazione consiste in differenze che producono una differenza.»
Il singolo organismo, l'individuo, le società, il cervello
di Etienne Malus individuano tra le infinite differenze esistenti in ogni
parte del reale solo alcune differenze per loro rilevanti e su queste
costruiscono la mappa della realtà, la mappa delle risposte alle diverse
situazioni e a volte su di esse costruiscono teorie.
Evidentemente non tutte le mappe offrono un'eguale garanzia
di attendibilità e di efficacia.
Una teoria, una mappa, massimamente attendibile è quella
che ha caratteristiche simili a quella di Etienne Malus, quando cioè risponde a
un criterio fondato sulla confutabilità: oltre ad asserire qualcosa, tale mappa
offre la possibilità concreta, effettiva, di una sua eventuale confutazione, e
contemporaneamente resiste a tutti i vari tentativi messi fino a quel momento
in atto per confutarla.
Le ideologie, le prescrizioni di comportamento, i principi
variamente motivati, i rituali, formano mappe, strutture organizzate sopra i
valori che in un certo periodo storico predominano presso una popolazione; esse
fissano a livello sociale e morale, nella psicologia individuale e collettiva,
un certo tipo di "senso morale e comune", una maniera di pensare e un
modello di relazionarsi all’interno della società, di rapportarsi con la
natura, di entrare ad esempio in un tempio e prestare rispetto alle divinità.
Sia le credenze magiche, dogmatiche, sia le teorie
scientifiche sono mappe del reale, ma con una maggiore o minore attendibilità;
esse traducono differenze in altre differenze. La differenza tra queste
procedure che operano su differenze ha il suo nucleo fondante nel concetto di
attendibilità, che in questo ambito ha una valenza di significato e di
interpretazione maggiore del concetto di verità
La scienza, scrive Gregory Bateson, è «un modo di percepire
e di dare per così dire "senso" a ciò che percepiamo. Ma la
percezione opera solo sulla differenza. Ricevere informazioni vuol dire sempre
e necessariamente ricevere notizie di differenza».
Tale caratteristica accomuna la scienza alle ideologie, le
teorie fisiche alle credenze più strane e varie, come quelle legate ai rituali
magici.
In ogni mappa differenze vengono tradotte in differenze: in
una mappa geografica sono differenze di quota, di vegetazione, di struttura
demografica, di superficie. Nel mondo della comunicazione, dell'organizzazione,
e in quell'ambito vasto, culturale in cui è possibile includere sia le teorie
scientifiche sia i rituali magici, l'operazione essenziale è la
rappresentazione di differenze mediante altre differenze, la costruzione di
mappe.
L'unità che presenta caratteristiche di funzionamento per
tentativi ed errori è un sistema mentale, definisce il senso di un’ecologia
sociale.
da PER UN'ECOLOGIA DELLE RELAZIONI Paolo Borsoni Alta Via