GIACOMO
Leopardi - l’infinito – Nando Gazzolo
Sempre caro mi fu
quest'ermo colle,
E questa siepe, che
da tanta parte
Dell'ultimo
orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e
mirando, interminati
Spazi di là da
quella, e sovrumani
Silenzi, e
profondissima quiete
Io nel pensier mi
fingo; ove per poco
Il cor non si
spaura. E come il vento
Odo stormir tra
queste piante, io quello
Infinito silenzio a
questa voce
Vo comparando: e mi
sovvien l'eterno,
E le morte stagioni,
e la presente
E viva, e il suon di
lei. Così tra questa
Immensità s'annega
il pensier mio:
E il naufragar m'è
dolce in questo mare