Jurgen Becker
Macerie di sogno
fin nel mattino d’estate
s’ìnnalzano le ombre dei nascondigli
abitazioni abbandonate
sommerse nella memoria
rinnovata infinità
nelle piane incorniciate dalla finestra
emerge
il volto della dimenticanza
il nero
cresce
nel bosco di ribes
strepitano uccelli prigionieri
tra le reti
Il vento stanco si corica
già la mattina
sorvola l’Awacs le piante di fagioli
il folto dei tigli ronza
nell’aria
ingombra di notizie
di colpo la libellula s’arresta
****
Più tardi nell’ingorgo
dopo strade desolate e buie
Ute gridò al volante:
"Sono tutti fermi in coda per la benzina"
e accennò a un punto lontano
nella notte
E noi non smettevano di parlare
e parlare
di fuga e di rinuncia
di suicidio e di cambiamento
di padri
della città in sfacelo